Caraibi

Aruba…nun te temo!

Eravamo molto dibattuti sul fermarci o meno su quest’isola e il motivo e’ che viene richiesto di andare al dock dell’immigrazione/dogana con la propria barca. E che sara’ mai? Piu’ facile a dirsi che a farsi: per avvicinarsi bisogna passare da alcune zone di bassissimo fondale e lo spazio di manovra e’ molto limitato…per di piu’ il vento e’ sempre molto forte e spinge da terra verso il mare…ovvero dal dock verso la secca. Moltissimi navigatori rinunciano a fermarsi proprio per questo motivo…altri che ci sono stati dicono che non ne vale comunque la pena perche’ e’ molto turistica (che i Caraibi in generale non lo sono??).

Noi alla fine decidiamo di tentare…anche perche’ ci permette una navigazione piu’ breve per arrivare in Colombia, uno dei passaggi piu’ pericolosi al mondo…capirai se non ne teniamo conto!

La navigazione da Curacao ad Aruba e’ molto ventosa, siamo sempre sui 22/25 nodi da poppa…la barca va veloce, le vele non sflappano, Fede e’ sereno….e poi e’ solo una giornata, possiamo resistere alla vista di queste onde giganti che come sempre ci fanno sballottare da una parte all’altra. Lasciamo la baia a nord di Curacao alle 4.30 del mattino e arriviamo nel primo pomeriggio….piu’ ci avviciniamo all’isola e piu’ il mare si fa grosso, ma per fortuna vengono ad accoglierci i dei grossi delfini dalla pancia rosa…cosi’ grossi non li avevamo mai visti! Ci intrattengono per almeno una buona mezz’ora e cosi’ mi distraggono dallo stato del mare che non e’ affatto rilassante.

Arriviamo nella baia della dogana…il vento e’ sostenuto, con raffiche a piu’ di 30 nodi. Ormeggiare al dock non ci passa nemmeno per l’anticamera del cervello….buttiamo l’ancora e fatichiamo pure a mettere il dinghy in acqua, ma sara’ quello il mezzo con cui raggiungeremo terra. Dopo varie spiegazioni all’immigrazione le procedure sono veloci…siamo ufficialmente ammessi sull’isola e ce ne andiamo all’ancoraggio principale che dista giusto un paio di miglia….alle 16.30 buttiamo l’ancora ma dimentichiamo di mettere l’allarme…per fortuna Fede si accorge che stiamo dragando prima di andare a sbattere da qualche parte. Ripetiamo la manovra e finalmente l’ancora prende bene; piu’ avanti scopriremo che dragare qui e’ un po’ uno sport nazionale!

Ritroviamo Mark con la sua famiglia su Tuuletar, conosciamo i nostri nuovi vicini svedesi e cosi’ passiamo i primi giorni a bordo: l’isola sembra bella, ma il vento non accenna a mollare e quindi per ora evitiamo di andare a terra, ma la buona cucina tiene sempre alto il morale!

La zona davanti alla spiaggia e’ molto protetta e la vista e’ ci piace parecchio…senza parlare dei tramonti assurdi a cui assistiamo

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